Un po’ di sale sui vestiti


Il tour è partito la mattina presto. Cinque turisti, una guida-autista ed una cuoca.
Tutti stipati in un 4wd.

Sono stati quattro giorni intensi, sveglia presto, anche prima dell’alba, lunghi tragitti in macchina e un bel po’ di camminate.

Il primo giorno è stato praticamente di avvicinamento alle varie attrazioni, quindi abbiamo passato molto tempo in macchina.
Dopo la sosta per il pranzo in un paesino sperduto abbiamo proseguito fino alle rovine di una città costruita dagli spagnoli come base per l’estrazione dell’argento.
Fino al 1982 la città era ancora in buone condizioni, poi sono passato in po’ di simpaticoni a rubare quello che c’era di interessante tra cui la campana della chiesa.
Una campana completamente in oro.
Scambiata poi con un camioncino.
La campagna dovrebbe essere da qualche parte a Roma.

Il secondo giorno abbiamo visitato un po’ di laghi e lagune, una zona con i geyser, il Deserto di Dalì (il nome originale non è questo e non lo ricordo, lo hanno rinominato così dopo che Dalì lo ha rappresentato in qualche so quadro).
Abbiamo visto un bel po’ di fenicotteri e lama, che non si sono fatti avvicinare.
Ma la cosa più figa è stata il bagno nelle terme.
Caldo e rilassante.

Il terzo giorno il paesaggio è stato praticamente sempre roccioso.
Le formazioni rocciose avevano aspetti particolari come la coppa del mondo o un cammello.
Siamo andati anche in un posto chiamato Italia Perduta, chiamata così perché le rocce ricordavano i luoghi italiani.
Questo secondo i boliviani perché né io né gli altri turisti abbiamo riconosciuto niente di italiano.
Siamo andati anche a visitare la Laguna Negra. Bellisimo.
Il paesaggio, l’atmosfera, un posto magico.
Ma la cosa più interessante del giorno è stata che abbiamo quasi assistito ad un parto di un lama.
Mentre passeggiavamo abbiamo visto un lamino magrolino magrolino che faceva fatica a camminare e poi abbiamo visto la mamma perdere la sacca amniotica.
Fossimo arrivati un quarto d’ora prima avremmo visto il posto in diretta.

Siamo andati a visitare anche il cimitero dei treni, un luogo dove sono parcheggiate tutte le carcasse dei treni dismessi. Dovrebbe essere il più grande del mondo.

Sembrava di essere sul set di un Mad Max a caso.
La giornata si è chiusa con il tramonto al Salar de Uyuni.

L’ultimo giorno ci siamo svegliati che era ancora notte per per vedere anche l’alba sul Salar.
Lo spettacolo è stato bello… ma faceva freddissimo.
Poi con il passare del tempo l’aria si è riscaldata e abbiamo iniziato a fare le foto allo spettacolo offerto dai riflessi del cielo sull’acqua che c’era sul Salar.
Un luogo unico.
Peccato che poi ero tutto ricoperto di sale.

Quattro giorni belli, anche grazie alla guida che è riuscita sempre ad arrivare nei posti prima degli altri e a farci così godere gli spettacoli da soli.
Altrimenti saremmo stati sempre insieme ad altre decine di persone, rumorosissime.
E poi la guida è anche un sostenitore di Evo e voterà Si al referendum per il prolungamento del mandato.
Una ragione in più per essermi simpatico.

Ora sono a Cochabamba, una città inutile, solo il nome è figo.
Se domani la lavanderia mi restituisce i vestiti in tempo me ne vado al parco Torotoro, se no sarò costretto a stare qui un giorno in più.

“SI a la repostulación!”


4 risposte a “Un po’ di sale sui vestiti”

  1. …Pensavo che questo viaggio di introspezione ti avesse fatto lasciare alle spalle i beni materiali ed invece mi parli ancora di “indossare i vestiti”…IPOCRITA!

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