Sono in Bolivia


Appena arrivato in Bolivia ho rallentato. Forse perché pure i boliviani mi sembrano muoversi più lentamente.

Sono arrivato a Santa Cruz dopo una nottata in pullman, e sono andato all’ostello che era in centro.
A parte il corso principale a quattro corsie, tutte le vie interne sono in realtà viuzze a senso unico, dove sfrecciano principalmente i pulmini per il trasporto pubblico.
Camminando per le vie di Santa Cruz mi sono sentito di colpo come se fossi ritornato ad Hanoi, per la difficoltà incontrata nell’attraversare le strade.
Ad Hanoi le vie erano piene di centinaia di scooter e a nessuno importava del semaforo ma, quando impari la tecnica, riesci ad attraversare anche le strade a sei corsie.
Io ce l’ho fatta, sono cintura nera di attraversamento di strade vietnamite.
Con questo titolo mi sentivo abbastanza sicuro per le strade di Santa Cruz.
Mi sbagliavo.
Qui non ci sono scooter, ma i pulmini di prima li sostituiscono degnamente in numero.
Ho provato ad applicare la tecnica vietnamita e stavo per essere stirato da uno dei tanti pulmini, che non ha manco fatto finta di rallentare quando mi ha visto.
Ho osservato i locali e ho visto che loro attraversano solo ai semafori, e quindi ogni volta mi dovevo cercare un semaforo per poter attraversare.
Il mio titolo vietnamita qui non è riconosciuto.
Le strade di Santa Cruz sono piene di mercati o negozi che espongono la merce sul marciapiede.
Ovunque c’è sempre una bancarella che vende qualcosa.
Ho lasciato Santa Cruz contento, perché non offre veramente niente, e sono andati a Samaipata, un piccolo paesino tra le montagne.
Poco traffico, quasi nullo, aria pulita, paesino tranquillo.
Ci sono stato quasi una settimana e manco me ne sono accorto.
Stavo in un ostello tranquillissimo, molto autogestito, dove alla fine ci si conosceva un po’ tutti.
Ho visitato alcune delle attrattive di dintorni, da un parco con delle piccole cascate a delle rovine inca di un antico villaggio.
Ho fatto una visita ad un rifugio per animali e una camminata nella giungla del parco Amboró.
Tutto con molta calma, in totale relax.
I ritmi lenti di Samaipata ti influenzano rapidamente.
Insieme a due francesi abbiamo deciso di partire lo stesso giorno per Sucre.
Invece di comprare il biglietto in qualche agenzia, abbiamo seguito il consiglio della guida del parco Amboró, e abbiamo aspettato il pullman al casello dove si paga il pedaggio per continuare.
Il pullman lì si deve fermare per forza.
E infatti si è fermato e noi abbiamo chiesto se c’era posto e siamo saliti.
Abbiamo speso la metà del prezzo dell’agenzia. Ottimo.
Il viaggio notturno è stato poco piacevole perché la strada era pessima e il pullman saltava ogni 10 secondi. Siamo arrivati comunque anni e salvi a Sucre.
Il tempo di trovare un ostelloe sistemarci ed ha iniziato a grandinare.
Una bellissima accoglienza.

 


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