Oziando a Punta del Diablo


Abbiamo lasciato il Brasile e siamo arrivati in Uruguay.

Abbiamo attraversato il confine a piedi perché il pullman ci ha lasciati alla stazione neil lato brasiliano di un Chuy, un paesino costruito sul confine.

Nello stesso paese, dall’altra parte della strada era Uruguay.

Abbiamo preso un altro pullman e siamo finalmente arrivati a destinazione: Punta del Diablo.

In questo periodo siamo ancora in bassa stagione e in giro c’è poca gente, molto ristoranti, ostelli e hotel sono anche chiusi.
Abbiamo trovato posto in uno dei due ostelli aperti.

In stanza con noi, tra gli altri, c’era uno spagnolo, Javier, con cui abbiamo fatto subito amicizia e ci ha accompagnato nel nostro periodo a PDD.
In sto periodo non c’è molto da fare, un po’ di spiaggia o surf, se hai voglia di resistere al freddo o sedersi a bere birra.

Chissà cosa abbiamo scelto.

La prima sera l’abbiamo passata a giocare a Uno. Ci siamo fatti tutta sta strada per giocare a Uno… vabbè.

Ma non era il clou della serata.

Il meglio è arrivato dopo.

Un colombiano ci ha insegnato un gioco divertentissimo chiamato Chancha. Dopo poche regole abbiamo capito.

Siamo arrivati fino in Uruguay per giocare a merda!!!

Dopo ultima birra in un bar vicino alla spiaggia a vedere le stelle e la luna che sorgeva dal mare.

Che romantici.

Il giorno dopo giro in paese, abbastanza deserto ancora.

Pranzo italiano, cucinato da noi per risparmiare: pasta col tonno.

Come ai tempi dell’Università.

È vero che siamo circondati da ventenni e quindi respiriamo un po’ d’aria da universitari, ma mangiare pasta col tonno in Uruguay non era certamente previsto.

La sera cena con gli altri dell’ostello ascoltando Marco Masini e Eros Ramazzoti… scelti da una francese. Vabbè.

Dopo festa nell’altro ostello aperto. Fino a notte tarda.

L’ultimo giorno l’abbiamo passato ad oziare.

Pranzo di pesce con Javier, relax e poi barbecue insieme ad altri ragazzi tedeschi.

Oggi niente seratone perché domani partiamo.
La meta è Cabo Polonio, un paese dove non c’è manco l’elettricità se va via il sole. Tipo se piove o tipo tutte le sere.

Saremo immersi nella natura lontano dalla tecnologia per un paio di giorni.

La parte migliore di questo soggiorno è stato vedere Tox e Javier comunicare: lo spagnolo non capiva mai la prima volta, Tox andava nel panico e peggiorava la situazione.
Un circolo vizioso che finiva sempre con tutti e tre che ridevamo dimenticando perché era iniziata questa scenetta.

Immaginate tre giorni così.

Vicino a PDD c’è un parco naturale che dicono essere molto bello. In tre giorni non siamo riusciti ad andarci per la troppa pigrizia.

Sarà per la prossima volta.

 


4 risposte a “Oziando a Punta del Diablo”

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