Era una formica di un centimetro con la testa bella grossa.

Dopo Asunción dovevo decidere dove andare: proseguire in Paraguay o tornare in Brasile.

Alla fine ho deciso di tornare in Brasile e me ne sono andato a Foz do Iguaçu a rivedere le cascate, ma da un altro punto di vista.

Anche dal lato brasiliano le cascate sono uno spettacolo, anche se forse manca l’imponenza del rumore delle cascate visto che la passerella é sempre molto lontana. In Argentina arrivavi fin sotto le cascate e non riuscivi a sentire nient’altro se non il frastuono dell’acqua che cadeva.

Lo spettacolo é sempre impagabile. Il resto, in Brasile, se lo fanno pagare tutto: in Argentina paghi l’ingresso al parco e poi te lo giri tutto liberamente. Ci sono anche i trenini gratis per spostarsi più velocemente; in Brasile paghi l’ingresso al parco, e poi se vuoi, paghi per ogni percorso che vuoi fare. Fortunatamente il (breve) percorso per le cascate è incluso nel prezzo.

Dopo Foz me ne sono andato nel Mato Grosso, nella regione chiamata Pantanal. Tre giorni lontano dalla civiltà, a dormire su un’amaca in una fazenda. Ho visto un po’ di animali selvatici come il formichiere, il capibara, il pecari. Tanti uccelli diversi, dal tucano (senza Guinness) al macao blu.

Ho anche pescato due piranha, mentre un caimano si avvicinava a noi. Quando i caimani sono diventati 5, abbiamo pensato fosse meglio andare via.

E, durante una camminata notturna con la guida, ho masticato la testa di una formica. La guida ha preso la formica, le ha staccato la testa e ha detto a uno del gruppo di masticarla. Il tizio si è rifiutato, poi l’ha chiesto a me. Ho mangiato una cavalletta, potevo tirarmi indietro dal semplice masticare e sputare la testa di una formica? Infatti non mi sono tirato indietro, ho masticato la testa e la bocca di è riempita di un sapore conosciuto: la citronella.

Il mio alito era fresco e profumato, altro che le pasticche chimiche. Questo si che è bio!

Dopo il Pantanal sono andato a Corumbá, al confine con la Bolivia. Del Pantanal mi porto dietro ricordi, foto e punture di zanzare.

Il Pantanal è pieno di zanzare. E in questo periodo ce ne sono poche, ha detto la guida. Non voglio neanche immaginare com’è la situazione quando ce ne sono tante.

Anche usando lo spray contro le zanzare, queste trovavano sempre un punto libero dove appoggiarsi e pungere. Anche attraverso i vestiti. Sono pieno di punture, ancora.

E dormo proprio tranquillo salendo che qui ci sono febbre gialla, dengue e zika.  E forse pure la malaria?

Vabbè, per ora sto bene.

A Corumbá non c’è niente. Solo che sono arrivato nel periodo di carnevale e la città era in festa.

La sera tutti nella strada principale a guardare il corteo di carri e gruppi.

È un carnevale tipo quello di Rio, ma moooolto in piccolo. Tutti erano contenti, a guardare la parata e a cantare la canzon e di sottofondo. Perché, durante la parata, viene sparata a tutto volume una canzone, a ciclo continuo, senza mai una pausa.

Anche io stavo per imparare la melodia. Poi me ne sono andato, tanto la festa, anche qui, lasciava la strada per entrare in discoteca.

Da Corumbá sono venuto in Bolivia, dopo aver passato un’ora in coda per le pratiche burocratiche alla frontiera.

L’obiettivo è arrivare a Santa Cruz, ma il mio pullman é tra 9 ore.

Volevo prendere il treno, ma non c’era posto (o non c’era il treno, il sito web non ha chiarito la situazione) e quindi mi tocca un pullman notturno.

Solo che devo aspettare 9, lunghissime, ore.