Dal Cile all’Argentina


Dopo esserci ripresi dalla scalata del vulcano Villarrica siamo partiti alla volta di Ancud.

Ancud é una cittá sull’isola di Chiloé, non molto lontano da dove a Natale c’è stato il terremoto di grado 7: gesti apotropaici.
La cosa più importante successa ad Ancud é che abbiamo incontrato Francisco!!
Solo il tempo di una foto, perché noi arrivavamo in ostello e lui usciva per andare a prendere il bus, ma siamo riusciti a salutarci.
É sano e salvo, abbronzato e in forma. Sta meglio di noi.
Da Ancud siamo andati a vedere i pinguini che hanno preso come base degli isolotti a largo della spiaggia Pinguineras: probabilmente l’hanno scelta per il nome 😛
La sera barbecue di pesce con gli altri ragazzi dell’ostello e partite a biliardino: io ed uno svizzero abbiamo battuto tutti, ma ci sono polemiche sul campo da gioco con illuminazione non regolamentare che secondo alcuni ci avrebbe favorito. Aspettiamo il Processo del Lunedì per stabilire la verità.
Dopo Ancud abbiamo deciso di tornare in Argentina, perché sul resto dell’isola portava pioggia ovunque.
Arriviamo a San Carlos de Bariloche alle 22 di sera, senza ostello prenotato, e in sto periodo la cittá é piena di turisti e quindi non sarà facile trovare posto.
La fortuna vuole che appena scendiamo dall’autobus vediamo un ostello, chiediamo ed ha due posti disponibili. Gli ultimi due. Li prendiamo.
Quando andiamo a dormire scopriamo che c’è stato un piccolo overbooking visto che in una stanza da 6 eravamo in 10.
Fortunatamente é stato così solo la prima notte.
Bariloche é famosa per i trekking, per la cioccolata (tipo Torino) e per aver ospitato Priebke(così dice SouthernCross, non ho controllato).
Un po’ di cioccolata l’abbiamo mangiata, un trekking facile facile l’abbiamo fatto, ci manca solo da controllare dove viveva Priebke, ma mi sa che non lo faremo.
Da Bariloche siamo andati a vedere il ghiacciaio nero che, a detta della guida, é l’unico al mondo.
Il ghiacciaio é nero perché é un mix di ghiaccio e terra, che si sono mischiati quando i blocchi di ghiaccio del ghiacciaio in cima alla montagna si sono staccati e sono rotolati giù, fermandosi in una valle e creando un altro ghiacciaio.
In poche parole é un ghiacciaio zozzo.
Però di Bariloche non vogliamo dimenticare l’incontro con la Bestia: un omone argentino, con barba e voce cavernosa.
Ha iniziato a parlare con Tox e gli ha raccontato tutta la sua vita, da quando è dovuto scappare dall’Argentina per sfuggire alla dittatura a quando ha lavorato a Milano su una pietra preziosa che è custodita insieme all’Ultima Cena.
Ci rimane il dubbio che la Bestia in realtà non sia altri che Peppino ‘o Pallonaro.
Dopo Bariloche ci siamo spostati a El Bolsón, paese di hippies (a detta di tutti).
In giro abbiamo trovato gente che faceva spettacolini, un mercatino dell’artigianato e una manifestazione contro le multinazionali (la Benetton tra queste) che si stanno prendendo la terra togliendola alla gente locale e anche perché vogliono privatizzare l’acqua.
Saranno hippies, ma pure loro si incazzano.
Da El Bolsón abbiamo fatto un trekking di 6 ore per raggiungere un rifugio e da lì un altra camminata, più difficile, per arrivare al ghiacciaio Hielo Azul.
Il ghiacciaio è piccolino, un po’ perché siamo in estate e un po’ perché ogni anno si ritira di qualche centimetro.
Mi aspettavo qualcosa di più maestoso, perchè tutti ci avevano parlato benissimo di questo ghiacciaio. Alla fine la cosa più bella è stata la camminata per arrivare al ghiacciaio.
Questo trekking di oltre 7 ore ha messo a dura prova le ginocchia di Tox che non è riuscito a raggiungere il ghiacciaio e si è fermato sulla cima precedente, da dove si vedeva la laguna formatasi dallo scioglimento del ghiacciaio.
Abbiamo passato la notte nel rifugio e la mattina seguente siamo tornati a valle.
Per una volta il meteo ci è stato amico, perché ci siamo risvegliati con i nuvoloni e molti ragazzi che volevano andare al ghiacciaio hanno rinunciato per paura di prendere la pioggia.
Ora siamo sul pullman direzione Esquel da dove prenderemo un altro pullman per andare a Futaleufú di nuovo in Cile.
Sempre che questo pullman esista.

 


4 risposte a “Dal Cile all’Argentina”

  1. bastardi!!!!!
    Cavernicoli!!!!!
    Ghiacciai!!!!!!!
    Puliti e sporchi!!!!!!!!!!!!
    rafting. stretching, fact checking…
    e poi mare, montagna, laghi, fiumi…
    Ho una proposta per tutti i visitatori di questo blog: PICCHIAMOLI al loro rientro!!!!!!!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.