Abbiamo lasciato Recife per Maceió, in un altro stato del Brasile.
Recife non ci ha fatto una bellissima impressione, ma tanto era solo un posto da dove iniziare il viaggio.
Per arrivare a Maceió abbiamo preso un pullman Ejecutivo, che è meglio dei pullman Convencional perché ha l’aria condizionata e il sedile si reclina in tre posizioni diverse invece di due. Extra lusso per noi.
Tappa intermedia in mezzo al nulla per poter fare pranzo.
Fin’ora in Brasile abbiamo incontrato sullo due persone che parlano inglese, in un ristorantino a Recife. Per il resto solo gente che parla portoghese e che se dici di non capirlo loro semplicemente continuano a parlarti e poi si chiedono come mai non capisci cosa ti stanno dicendo. Ho il sospetto che in Italia andrebbe in modo molto simile.
Arrivati a Maceió andiamo con un pullman locale in un quartiere alla ricerca di una sistemazione perché, siccome siamo splendidi, abbiamo ben pensato di non prenotare niente e di cercare sul posto. La brillante idea è stata mia, perché ho fatto così nell’altro viaggio in Asia ed era sempre andato tutto bene. Non vedevo motivi per cambiare strategia.
Peccato che in Asia i paesi erano minuscoli e, nel caso delle città grandi, gli ostelli/guesthouse erano sempre tutti nello stesso quartiere.
Qui no.
Le città sono immense.
Le guesthouse sono sparse ovunque.
Ci sono 30 gradi alle 10 del mattino.
Così belli carichi dei nostri zainoni vaghiamo per il quartiere cercando una pensione… L’unica che abbiamo trovato (e dove quindi ci siamo fermati) è gestita da una scoppiata che ti parla inglese 2 secondi e poi torna a parlarti in portoghese come se fossi nato a Rio.
Non si sa come, riusciamo a prendere una camera. Piccolina e un po’ buia, ma almeno possiamo liberarci degli zaini.
È praticamente sera, usciamo per andare a farci un giro e capire dove siamo capitati.
Ci fermiamo in un locale pieno di gente e ordiniamo una birra grande in bottiglia da dividerci, così per aperitivo.
Ovviamente anche qui nessuno parla inglese.
C’era un concertino bello energetico che allietava la serata impedendo alle persone di parlarsi per il volume alto.
Cercare di parlare al cameriere diventa sempre più difficile.
Tox nota che c’è un cartello che dice che due chopp costano la metà dalle 16 alle 19. Nella foto ci sono due bicchieri di birra. Google traduttore ci dice che chopp vuol dire birra alla spina. Tox chiama il cameriere per chiedere se l’offerta è anche valida.
Sono le 19.02, il cameriere sorride e dice che non può fare niente.
Tox vuole proprio bere questa birra alla spina e quindi ordina due chopp.
Dopo un po’ il cameriere arriva con due birre e 8 fiches e spiega come funziona la cosa.
Lo spiega a me.
In portoghese.
Non ho capito niente, tranne che le fiches rimaste sono otto e il numero 55.
Il cameriere sorride e se ne va.
Io e Tox ci guardiamo smarriti, nessuno dei due ha capito cosa ci aspetta. Nel dubbio ordiniamo da mangiare delle specie di pettole ripiene di gamberetti. Buone.
Mentre mangiavamo e bevevamo a un certo punto arriva un altro cameriere che lascia un bicchiere, prende una fiche, ce la mostra e se ne va.
Iniziamo a sospettare qualcosa.
Continuiamo a mangiare e bere e dopo un po’ un altro cameriere lascia un’altra birra, prende una fiche e se ne va.
Abbiamo capito cosa ci attende.
Abbiamo capito cosa ha ordinato Tox.
Chiamiamo il primo cameriere e cerchiamo di spiegargli che noi non volevamo 10 birre, ma solo due.
Lui dice “ah no?”, sorride e se ne va.
È arrivata un’altra birra.
Ordiniamo altro cibo.
Il gruppo musicale è cambiato, ora ce n’è uno che fa canzoni conosciutissime da tutti (tranne che da noi ovviamente) che ricambiamo cantando all’unisono.
È arrivata un’altra birra.
Inizia a cantare anche un bambino alto quanto una sedia con un cappello di tre taglie più grande della sua testa e che canta urlando.
È arrivata un’altra birra.
Tutti sono entusiasti, fanno foto e video a sto ragazzino.
È arrivata un’altra birra.
Iniziamo un po’ a faticare. L’impatto con Maceió è stato più duro del previsto. Le pettole stanno finendo. Dall’altra parte della strada un tizio-mangiafuoco spruzza benzina su una fiaccola, in mezzo alla strada, tra le macchine. Poi va in giro a chiedere soldi.
È arrivata un’altra birra.
Sui tre televisori del locale danno tre partite di calcio differenti. Notiamo solo ora che la gente intorno a noi beve solo birra in bottiglia. Nessuno ha bicchieri della birra alla spina.
È arrivata un’altra birra. L’ultima. Tutte le fiches sono andate.
Finiamo di bere, paghiamo, il giro di chopp costa 55 (dove l’ho già sentito?) perché in offerta, andiamo a salutare il nostro cameriere amicone. Ci accoglie sorridendo e ci augura la buona notte.
Meno male che parla solo portoghese.
4 risposte a “Chopp”
Quando tutti cantano tutto andate dai cantanti e fatevi dare la lista di canzoni che poi le cantiamo pure qua
La prossima volta provo a chiedere la playlist
Leggendo ho notato un sacco di refusi… solo dopo ne ho compreso il motivo… 😀 😀 😀
Passami un fiche, va… che ti do una mano a finirle 😀
I refusi sono colpa della scrittura dal telefonino… Una tortura.
Ci ho messo un giorno per recuperare dal chopp, non potevo scrivere niente nel frattempo :p