A Santiago ci siamo fermati cinque giorni a riposare e dopo abbiamo ripreso il viaggio verso il nord del Cile.

Nei cinque giorni nell’ostello abbiamo conosciuto un po’ di gente, ma quello con cui abbiamo passato più tempo è stato Tsuyoshi, detto Go, un cuoco giapponese che sta girando il mondo.

Ha un ristorante vicino al monte Fuji e mi sa che ci toccherà andare a trovarlo prima o poi. Lui si è già auto inviato in Italia appena rientriamo.

Dopo Santiago siamo andati a Copiapó, solo por andare a farci un bagno nella vicina Bahia Inglesa. Spiaggia bianchissima, mare calmo ma acqua un po’ torbida. Abbiamo di meglio in Puglia.

La ProLoco di Bahia Inglesa ha portato in spiaggia scivoli, tappetini elastici, vari biliardini ed un paio di speaker tamarri che urlavano tutto il tempo nel microfono. Parlavano di un concorso di bellezza e simpatia, primo premio 400 mila pesos. Io e Tox avremmo sicuramente fatto un figurone, ma non abbiamo potuto iscriverci al concorso perché era riservato solo a chi aveva tra 18 e 30 anni. Per pochissimo, ma eravamo fuori.

Dopo Copiapó siamo andati ancora più a nord fino a San Pedro de Atacama.

Un paesino dove le case sono fatte di adobe, un mix di terra e guano, e dove ci sono solo ostelli/hotel, ristoranti e agenzie turistiche.

In tre giorni che siamo li facciamo qualche tour: Valle de la Luna, Valle de la Muerte, Salar de Talar e Piedra Rojas, varie lagune tra cui una salina con i fenicotteri e il geyser El Tatio.

Bello, ma niente di particolarmente memorabile. La delusione più grande è stata il geyser, dove io mi aspettavo spruzzi d’acqua calda che uscivano dal terreno, e invece veniva fuori solo un po’di acqua bollente e tanto fumo.

Dopo tre giorni abbiamo deciso di andare via da San Pedro. Visto che era vicino al confine, ce ne siamo venuti in Argentina, più precisamente a Salta.

San Pedro è stata, molto probabilmente, la nostra ultima meta in Cile.